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NBA, GLI AWARDS DI FINE STAGIONE

curry harden
loza on 27 aprile 2015 - 12:13 in NBA, Sport USA

MOST IMPROVED PLAYER (Giocatore più migliorato)

LOZA: JIMMY BUTLER. Poche discussioni, secondo me. Le cifre mostrano un miglioramento palese e innegabile (da 13 a 20 punti a gara). Chi avrebbe detto, a inizio stagione, che in una squadra con Rose e Gasol la prima opzione, spesso e anche volentieri, sarebbe stato lui? E’ chiaro, l’ennesimo infortunio al numero 1 ha influito non poco, ma Butler ha risposto alla grandissima. Con la solita applicazione difensiva e con un salto di qualità enorme in attacco.

FS: JIMMY BUTLER. Partiamo dal premio meno pubblicizzato e forse meno utile della Nba, data la concezione piuttosto labile e personale che si ha di miglioramenti. Jimmy è, insieme a Draymond Green, il giocatore che ha espresso un livello di gioco di tutt’altro livello rispetto alle scorse stagioni e questo alla fine si è ricondotto anche a un enorme miglioramento statistico. Il prodotto di Marquette infatti è passato da specialista difensivo a leader offensivo di Chicago, portandola fino al terzo posto a est, senza mai dimenticare la sua grande efficacia difensiva. Per Draymond i miglioramenti sono stati altrettanto significativi, ma Butler si è preso sulle spalle il peso di un attacco (supportato da un ottimo Gasol e a volte da Rose), quindi il premio va al ragazzo texano.

COACH OF THE YEAR (Allenatore dell’anno)

LOZA: MIKE BUDENHOLZER. La scelta era ristretta a due, l’ex allievo di Pop e Steve Kerr. Partiamo dai meriti di Kerr, che è un debuttante e che ha raggiunto la testa di serie numero 1 nella super competitiva western conference. Grande stagione per lui, ma la base di talento dei Warriors non è obiettivamente paragonabile a quella degli Hawks di Budenholzer. Ecco, Atlanta ha vinto la Eastern con Teague e Millsap che, con tutto il rispetto, in condizioni normali vanno in lotteria.

FS: MIKE BUDENHOLZER. Facciamo un giochino. In quanti a inizio stagione avrebbero dato gli Hawks al secondo posto Nba? E soprattutto chi li avrebbe pronosticati a 60 W? Nessuno. Il tutto con un gioco corale da far lacrimare Popovich, e facendo riposare più volte le sue bocche da fuoco. Non me ne voglia Kerr, 67-15 da esordiente, ma io scelgo Mike.

DEFENSIVE PLAYER OF THE YEAR (Difensore dell’anno)

LOZA: DRAYMOND GREEN. Sono particolarmente d’accordo con quanto detto qualche telecronaca fa da Flavio Tranquillo. Il concetto è più o meno questo: “Corretto dare il premio a Kahwi Leonard, che sa difendere sulla palla come pochi, o forse nessuno. L’impatto di Green sulla difesa di squadra, in termini di aiuti ed energia, è però forse maggiore”. Ecco, tra i due litiganti mai scordarsi del futuro Mvp della Lega nei prossimi anni, che farà l’accoppiata col DPOY: Anthony Davis.

FS: DRAYMOND GREEN. Draymond è il giocatore più “misterioso” della lega. E’ alto forse 2 metri, braccia corte, salta poco, è pure un po’ sovrappeso, ma difende in maniera sublime. E’ in contrasto con la tendenza degli ultimi anni della lega di dare il premio a un centro ma la sua cattiveria, la sua grinta, la sua aggressività e la voglia di sbucciarsi gomiti e ginocchia vanno premiate. Inoltre in questa serie di PO sta limitando Davis. Chapeau.

ROOKIE OF THE YEAR (Rookie dell’anno)

LOZA: ANDREW WIGGINS. Obiettivamente pensavo ci fosse meno lotta, soprattutto dopo l’infortunio di Jabari Parker. Indiscutibile talento, ma non è detto che diventi uno dei volti della Lega per i prossimi 15 anni. In ogni caso 17 punti a partita, a 20 anni, pur in quello strano laboratorio che risponde al nome di Minnesota Timberwolves, non li fanno tutti. Può e deve costruirsi un tiro da fuori più affidabile.

FS: ANDREW WIGGINS. Il prodotto di Kansas sta già smentendo i suoi primi detrattori con prestazioni maiuscole e varie escursioni sopra i 20 punti. Certo, il precoce addio di Parker e pochi minuti di Mirotic non gli hanno permesso di avere una degna concorrenza, bravo comunque a non farsi sommerger dall’hype (eccessivo) che gli si era creato intorno.

MVP

LOZA: STEPHEN CURRY. Rispetto chi sceglie Harden, ma il mvp è Stephen Curry. Il miglior giocatore della migliore squadra, tutto qui. Intendiamoci, un mvp più che degno, perché negli Hawks, tanto per fare un esempio, di candidati mvp non ce ne sarebbero stati, anche con il primo posto assoluto. Steph ha vinto 11 partite in più rispetto ad Harden e, pur con numeri inferiori, ha incantato. E l’Mvp per me è proprio questo. Non si tratta di dare un premio con le palette e i voti, si tratta di farsi trasportare dalla magia. E Curry è portatore sano di un sogno, quello del talento che travalica i confini della fisicità ipertrofica e sbarca nel nuovo millennio. Non che il barba non abbia mano, eh… Intendiamoci.

FS: JAMES HARDEN. Qui so già che mi prenderò vagonate di critiche e di insulti ma seguendo il senso del premio, ovvero il giocatore di più valore, quello che ha contribuito di più alla vittoria dei suoi compagni, l’identikit corrisponde a quello di Harden. Harden ha portato una squadra da lottery (perché senza Howard, come è stato per gran parte della stagione, e senza Harden, questa è una squadra che non fa 25 W) al secondo posto a ovest, davanti a Spurs, Grizzlies e Clippers. Per me l’MVP se lo merita lui ma (citando un opinionista di bleacher report): “La lega non darà mai l’MVP a un giocatore che sotto sotto tutti odiano”.

FLOP OF THE YEAR (Il bidone)

LOZA: RAJON RONDO. Da “All Star che cambia i destini di una squadra” a “Pussa via, fai schifo, nel nostro gioco non ci puoi stare”, il passo è lungo, anche a Dallas. Sono stupefatto della metamorfosi negativa di un giocatore che avrebbe dovuto avere la forza tecnica e morale per adattarsi meglio anche a un contesto di squadra non propriamente favorevole come quello di Carlisle.

FS: LANCE STEPHENSON. Questo premio in verità non esisterebbe ma tant’è. Lance ha fatto talmente schifo che in molti forum quando si parla di flop ci si scorda addirittura di nominarlo. E l’anno scorso ci si era indignati per la sua esclusione dalla partita delle stelle. Come si suol dire, dalle stelle alle stalle, anche statisticamente, difatti Lance ha dimezzato ogni statistica e ha tirato come percentuali non proprio invidiabili dal campo. Per uno che doveva far fare il salto di qualità alla squadra direi proprio un passo (piuttosto lungo) indietro.

SESTO UOMO

LOZA: LOU WILLIAMS. Peccato per Isaiah Thomas, ma 15 dalla panchina sono tanta roba. What else?

FS: ANDRE IGUODALA. Statisticamente alla peggiore stagione della carriera e non all’altezza delle stats di un Williams o di un Thomas, ma se si guarda all’impatto in campo in pochi hanno avuto il suo. Un impatto totale: difesa, leadership, playmaker aggiunto. Sarà un po’ in controtendenza rispetto alla definizione di sesto uomo che porta punti istantanei, ma io vado con l’ex 76er.

 

QUINTETTI DELL’ANNO

ALL NBA 1

LOZA: Westbrook, Curry, Harden, James, Davis

FS: Curry, Harden, Westbrook, James, Davis

ALL NBA 2

LOZA: Paul, Thompson, Millsap, Aldridge, Cousins

FS: Paul, Griffin, Aldridge, Cousins, Gasol

DIFESA – 1

LOZA: Allen, Leonard, Green, Davis, Jordan

FS: Paul, Allen, Leonard, Green, Jordan

DIFESA – 2

LOZA: Beverley, Butler, Kidd-Gilchrist, Bogut, Gobert

FS: Beverley, Butler, Ariza, Davis, Gobert

 

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