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NBA – Spurs e Miami in finale di Conference

San Antonio Spurs v Denver Nuggets
loza on 15 maggio 2014 - 10:46 in NBA, Sport USA

Tony Parker s’è fatto male, è uscito ed ha finito con 0 punti…

Danny Green gioca una partita ogni tanto ma quando gli entra il tiro è di un’utilità mostruosa e gli Spurs perdono raramente…

Kawhi Leonard più di un anno fa aveva l’aria di Kevin Spacey in “Seven”, cioè quella di uno “bravino”, “che farà strada” e che “può avere un futuro”. Adesso Kawhi Leonard assomiglia più al Kevin Spacey di “American Beauty”, cioè uno mostruosamente più bravo di tutti gli altri…

Poi Timmy Duncan, sempre uguale, sempre con buoni numeri, sempre efficace. Duncan avrebbe 38 anni e in giro ci sono anche foto nelle quali sorride. Oh, davvero eh!

Splitter è il meccanismo, l’ingranaggio perfetto, quella rotella che a San Antonio sanno far crescere e che da altre parti sarebbe finita persa da un pezzo… Tornando in Europa…

Ginobili, in un contesto del genere, con l’intelligenza di un Nobel per la Fisica, sa quando spendersi. Sa quando c’è bisogno di lui, quando la squadra lo richiede. Emerge, vince e torna a “riposare” nella partita successiva…

Patty Mills è un mistero gaudioso per gli Spurs e doloroso per tutti gli altri. Faccia da cicciobomba cannoniere, da Gary Barlow dei Take That, eppure ne fa 18 scherzando nella partita decisiva…

Il Beli fatica nei playoff, lo abbiamo visto… Ma in un contesto di questo tipo, con la squadra che vince sempre, ha ampie possibilità di riscatto. E in ogni caso è in finale a Ovest, mica scherzi…

Boris Diaw ha quella faccia un po’ così di chi dice “Guarda che gioco meglio di te anche se aumento il giro vita di altri 10 kg”. E probabilmente è anche vero…

Poi c’è Pop, quello che quando dice “Turnovers” due volte di fila al bordocampista di turno ci fa un sacco ridere. Ma anche quello che ha architettato tutto ‘sto ambaradan. Questo moderno Taj Mahal, questo tempio di tecnica, organizzazione e disciplina. Negli anni gli Spurs sono cambiati, non sono chiaramente più quelli delle twin towers, ma neanche quelli di 10 anni fa. Adesso gli Spurs sanno correre, possono correre e quando vogliono lo fanno meglio di tutti. Con coscienza, occupando gli spazi. Senza il “prendo e tiro” di talento di uno Steph Curry, ma con logica. Poi lo sappiamo, la logica non è sincera e non è detto che questo basti per vincere un anello… Ma per fare vedere come si gioca a basket sì

 

SAN ANTONIO SPURS – PORTLAND TRAIL BLAZERS 104-82

SAS: Parker (0/1, 0/1), Green 22 (5/7, 4/6), Leonard 22 (6/11, 3/4), Duncan 16 (6/13), Splitter 4 (1/1), Diaw 5 (2/6, 0/2), Ginobili 9 (4/9, 0/2), Belinelli 4 (1/4, 0/1), Mills 18 (6/12, 2/5), Baynes, Joseph 2 (1/3), Bonner 2 (1/1), Ayres.

POR: Lillard 17 (6/14, 1/4), Matthews 14 (3/6, 2/4), Batum 10 (2/3, 1/6), Aldridge 21 (10/21), Lopez 12 (5/7), Robinson 2 (1/2), Barton 6 (1/5, 1/4), McCollum (0/2, 0/1), Freeland (0/2), Leonard, Claver, Watson dnpcd, Wright dnpcd.

PARZIALI: 19-19, 51-44, 77-63, 104-82

Tiri liberi: SAS 11/16, POR 11/17

Tiri da tre: SAS 9/21, POR 5/19

Rimbalzi: SAS 47 (Green 9), POR 45 (Batum 12)

Assist: SAS 24 (Splitter 7), POR 18 (Lillard 10)

NOTE LOZA – Green e Leonard 22, Mills 18, Parker 0 (ma si è fatto male presto e non è più rientrato) e San Antonio vince facile… Fate voi… Quando il cosiddetto “supporting cast” gioca la transizione e si prende tiri nei primi 5 secondi allora vuol dire che c’è fiducia. Nel secondo tempo Portland non rientra mai, la serie si chiude sul 4-1.

 

MIAMI HEAT – BROOKLYN NETS 96-94

MIA: Chalmers 2 (0/5 da tre), Wade 28 (10/18), James 29 (4/9, 2/5), Battier, Bosh (2/5, 4/6), Allen 13 (3/3, 1/7), Andersen (0/1), Jones 3 (1/2 da tre), Cole (0/1, 0/2), Lewis 5 (1/1, 1/2), Beasley, Douglas, Haslem.

BKN: Williams 17 (4/9, 3/7), Livingston 8 (4/6), Johnson 34 (12/17, 3/6), Pierce 19 (6/13, 2/5), Garnett 2 (1/3), Andersen 2 (1/2, 0/1), Kirilenko 4 (1/2), Thornton 2 (1/3, 0/1), Collins dnpcd, Gutierrez dnpcd, Plumlee dnpcd.

PARZIALI: 23-22, 42-49, 66-75, 96-94

Tiri liberi: MIA 29/31, BKN 12/15

Tiri da tre: MIA 9/29, BKN 8/22

Rimbalzi: MIA 33 (James 9), BKN 36 (Garnett 8)

Assist: MIA 18 (Chalmers 7), BKN 14 (Williams 4)

NOTE LOZA – Wade comincia in versione deluxe e ne fa 20 prima dell’intervallo. Nonostante questo Miami è sotto di 7 perché Joe Johnson è discretamente carico e l’attacco di Brooklyn gira con buoni ritmi. Johnson continua a martellare nel secondo tempo e a 5 minuti dalla fine della partita i Nets sono ancora sopra di 10. Poi “Here come Lebron…”. Parziale di 12-0 e sorpasso nell’ultimo minuto per gli Heat, che sfruttano la striscia negativa avverasria (9 tiri sbagliati di fila) e riescono a cavarsela anche se Brooklyn infila la tripla del -1 dall’angolo a 11” dalla sirena. Lebron fa 1/2 ai liberi, time-out, possesso a metà campo e i Nets non riescono neanche a tirare. In mezzo a tutto questo ci sarebbe pure un fallo di Lebron su Pierce, ma gli Heat passano 4-1 e aspettano Indiana. Oddio, Indiana…

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