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PREVIEW DELLA STAGIONE NBA – STANOTTE SI COMINCIA

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loza on 28 ottobre 2014 - 10:28 in NBA, Sport USA

Scusate, ma scrivere di NBA ‘dà proprio gusto’. Perdonate, ma è l’unica volta che rifletto su di me. Scrivere di Nba ‘dà proprio gusto’. Non è che ‘mi piace’, ‘mi dà soddisfazione’, ‘mi fa venire un sorriso’. No no, mi dà proprio ‘gusto’. È un po’ come la differenza tra il ‘magari’ e il ‘magara’ per quell’icona che è Carletto Mazzone.

Chi legge lo sa, per gli altri son qui a dirlo. Si comincia. Palla a due. Non la alzerà Dick Bavetta, che si è ritirato in luglio, ma altri suoi valenti colleghi. Tre partite nella notte italiana tra martedì e mercoledì: New Orleans Pelicans-Orlando Magic (tifo per quelli della Florida dopo aver conosciuto dal vivo Chris D’Orso, Senior Vice President of Sales and Ticket Operations), Los Angeles Lakers-Houston Rockets (e cominciamo pure a soffrire…) e soprattutto San Antonio Spurs-Dallas Mavericks, con quelli di Cuban che a parer mio sono interessantissimi anche per viaggi a maggio inoltrato.

 

I 10 MOTIVI D’INTERESSE DELLA STAGIONE

1)    Lebron James a Cleveland. Ma va? Davvero? Della trade che ha portato sul lago Kevin Love proverò a parlare più giù, qua mi preme sottolineare il grande passo che ha fatto Lebron nel tornare ai Cavs. C’è Irving con lui e i big three sono già meglio degli ultimi di Miami. Ha un grande perso e lo sa, il prescelto. Tutto grava sulle sue spalle. Deve vincere. Subito. Può farlo.

2)    Il ritorno di Derrick Rose. Dio ci conservi D-Rose e ci regali a est una finale con Cleveland, please. Gli infanti si sono già scordati di ‘sto ragazzo. È stato fuori talmente tanto che via internet gli scherzi e i filmatini di scherno si sono sprecati. Ora però c’è, toccando ferro o qualsiasi altra parte del corpo. Con lui i Bulls raggiunsero le 62 vittorie, lui fu mvp a 22 anni. Questo è uno vero. Verissimo. Forza ragazzo, facci divertire.

3)    Spurs vecchi, finiti, senza più speranze. Come dite? L’avete già sentita? Beh, anch’io… E’ per questo che sulla questione cerco di buttarla sull’ironia. Gli Spurs ci sono anche stavolta. Potranno arrivare in cima o no, ma il miracolo di una franchigia leggendaria rimarrà intatto. Sia che arrivino al titolo, sia che si fermino in semifinale di Conference.

4)    Stephen Curry. Ste-phen Cur-ry. S-T-E-P-H-E-N C-U-R-R-Y. Al momento è il giocatore più entusiasmante della Lega, ma è questione di gusti. Vederlo arrivare in fondo, fino alla finale, farebbe riemergere in tutti noi quella sensazione, un po’ vaga ma altrettanto vera, che suscitò Allen Iverson in finale contro i Lakers di Shaq e Kobe. La vecchia storia di Davide contro Golia. Sfidare i colossi con quel fisico… La rivincita del talento… Ne abbiamo bisogno.

5)    Kevin Durant. Tornerà presto e continuerà a insidiare Lebron per il titolo di mvp. Ogni anno che passa, però, comincia a pesare sulle sue spalle. Come dite? È giovanissimo? Yesss, ma se adesso puoi dominare, devi anche vincere.

6)    Joel Embiid. Tenetelo d’occhio, ha già dato su a mezza America in rosa con tweet tra il farsesco e il comico. Centro di 2.13 proveniente da Kansas, è al primo anno nella Lega e prima di mettere piede in campo ha inseguito via internet gente tipo Kim Kardashian e Rihanna, che ovviamente non se lo sono c***** di striscio. Occhio però, questo è un talento vero e potrebbe sfondare ai massimi livelli. Ecco, l’essere a Philadelphia non aiuta… -attualmente è infortunato.

7)    Boston vs Los Angeles. Se vi siete fermati agli anni ’80, beh, una lacrimuccia vi deve scendere andando a dare un’occhiata a cosa sono adesso gli eredi di Bird e Magic. Una sola sostanziale differenza: i Celtics hanno almeno provato a ricostruire, i Lakers no.

8)    Italians do it better (…). Prima e ultima volta che faccio come la Gazza. Io non guardo la Nba perché ci sono Datome, Bargnani, Gallinari e Belinelli, però è innegabile che sono veicolo promozionale per la Lega in Italia. Credo che Belinelli possa continuare ad avere un buono spazio negli Spurs, mentre c’è grande curiosità per il futuro ritorno di Gallinari. Bargnani? Mistero, lo attendiamo alle cure di Fisher. Datome invece annaspa già, ha scampato il taglio ma ha bisogno di un colpo di c***, di una svolta fortunata. E poi c’è Ettore Messina agli Spurs… E ovviamente tifiamo per lui.

9)    Vi ricordo che tornerà anche JaVale McGee… No, così, casomai vi foste scordati…

10) La lavagna tattica di Flavio Tranquillo, i tweet di Bagatta, la Gazza che ci costringe alla sua pagina di nba.com in italiano, Sky e le sue 8.937.394 partite… Va tutto bene, l’importante è che ci buttate un occhio. Non sempre vi capiterà di confermare il promo “If you don’t like this, you don’t like Nba basketball”, ma conviene guardare, fidatevi. Just enjoy the show…

 

PRONOSTICI

EASTERN CONFERENCE

ATLANTIC DIVISION

1)    NEW YORK KNICKS – Ok, con loro è sempre una scommessa. Io però a questo giro di roulette una fiche la getto. Non per Bargnani, ma per Fisher. Di talento ce n’è sempre a volontà, in più è stato finalmente aggiunto un play ‘ragionatore’ come Calderon. Il nuovo allenatore saprà convincere Melo a fermare meno la palla, non a farlo tirare di meno. Differenza sostanziale.

2)    TORONTO RAPTORS – Kyle Lowry ripeterà il campionato-sorpresa di un anno fa, Ross può salire di livello. Interessanti e senza pressioni, con i playoff che paiono possibili e il superamento del turno che si fa invece più complicato. Non sono cambiati e questo spesso è un bene, soprattutto se vieni da una stagione del genere.

3)    BROOKLYN NETS – Non c’è più Paul Pierce e molto spazio lo avrà Bojan Bogdanovic. Da decifrare, perché questi tutto sommato potrebbero avere un Brook Lopez sano, un Williams con voglia e un Joe Johnson arma letale nei finali punto a punto. Ecco, ‘potrebbero’… Troppi ‘se’ nella stagione dei Nets.

4)    PHILADELPHIA 76ERS – Carter-Williams, la curiosità per le prime partite di Nerlens Noel dopo l’anno a sedere e lo sfolgorante Joel Embiid (quando giocherà). Sì, ma le vittorie? Talento ce ne sarebbe, ma chiaramente non a sufficienza per fare i playoff, soprattutto con questa età media. Soffrite ragazzi, soffrite…

5)    BOSTON CELTICS – Marcus Smart è un rookie pronto a livello di ‘testa’ ma la squadra obiettivamente farebbe fatica in Eurolega, soprattutto se dentro non c’è Rondo. Gli zompi di Jeff Green valgono comunque qualche occhiata ai vecchi Celtics, che da franchigia di un certo tipo hanno comunque già finito il ‘bonus ricostruzione’ da dare in pasto ai tifosi.

CENTRAL DIVISION

1)    CLEVELAND CAVALIERS – Via Wiggins e dentro Love. Qui siamo alle scelte di campo: la superstar del domani sull’altare di una macchina da punti con poca difesa ma enorme varietà di soluzioni. Se si vince, ha ragione il management, se si perde no. Facile. Lebron con Irving, Waiters, Love e Varejao è obiettivamente in un’altra galassia, ma la celeberrima ‘chimica’ è da trovare e non è detto che arrivi subito. Allena David Blatt, tocca a lui. Tutto sommato è un prodotto europeo, ora è lì col Re. In bocca al lupo.

2)    CHICAGO BULLS – Le novità? Rose e Gasol. Mica male, sempre con tutti gli scongiuri del caso sulla salute del numero 1. Thibodeau spreme il sangue dalle rape, figuriamoci se gli date un pizzico di talento in attacco in più rispetto al recente passato. ‘Un pizzico’? Tantissimo in più…

3)    INDIANA PACERS – Da serissima contender per il titolo a playoff a rischio. Non è tanto il finale della scorsa stagione a pesare, quanto lo spaventoso infortunio di Paul George e l’addio di Lance Stephenson. I punti li dovrebbe fare Rodney Stuckey. Bene, ma non bennissimo.

4)    DETROIT PISTONS – E va bene così, senza parole. Soprattutto se si continua con una strutturazione di squadra non proprio da anni 2000. Intendiamoci, se davvero Monroe accetta di fare il cambio alla coppia Smith-Drummond, allora i discorsi cambiano. Se invece Josh Smith dovesse continuativamente esprimersi da ‘3’, allora saremmo daccapo. Drummond è una forza della natura, il nostro Gigione ha scampato il taglio ma faticherà enormemente a trovare spazio. Il ‘playmaker’ è Brandon Jennings. Punto.

5)    MILWAUKEE BUCKS – L’attrazione è Jabari Parker, candidato numero uno al premio di rookie dell’anno. La curiosità numero 2 è ancora per Giannis Antetokounmpo e per i suoi progressi. Intriganti, ma i playoff li vedono col binocolo e non finire ultimi nella division sarà una vittoria epocale.

SOUTHEAST DIVISION

1)    WASHINGTON WIZARDS – Questi mi fanno impazzire, lo ammetto. Dietro hanno Wall, Beal e Pierce, sotto Nenè e Gortat, in panca gente di discreto talento e ragazzotti di avvenire. Testa, gambe e talento di John Wall sono alla base di tutto. Per me questi sono almeno da semifinale.

2)    ATLANTA HAWKS – A leggere il quintetto non parrebbero i primi della classe. E neanche i secondi o i terzi. Teague-Carrol-Korver-Millsap-Horford: si è visto di meglio. Detto questo, in panca c’è Budenholzer e il gruppo è tremendamente solido. La division è obiettivamente difficile da pronosticare, ma vedo gli Hawks molto in alto.

3)    CHARLOTTE HORNETS – Un minuto di raccoglimento per quelli (spero pochi) ai quali mancherà tantissimo il nomignolo ‘Bobcats’. Tornano le vespe, cari miei, e non sono affatto malaccio. C’è Stephenson a rinforzare con la sua energia un quintetto guidato dietro da Kemba Walker e sotto da quella macchina di punti e tecnica in post che risponde al nome di Al Jefferson.

4)    MIAMI HEAT – Di Deng ho poca stima, lo ammetto. Non si tratta di sostituire Lebron, quello non lo potrebbe fare nessuno, ma di fornire un contributo medio-alto in termini di punti. Non credo proprio che Deng sia l’uomo adatto ad assolvere questo compito. Il punto interrogativo numero uno è certamente rappresentato dalla salute di Dwyane Wade: con lui sano, gli Heat rimangono da corsa, con lui versione mummia, scendono in fondo alla classifica.

5)    ORLANDO MAGIC – Sì vabbè, Oladipo. Poi Vucevic. Poi però basta ed è una bella tristezza se stiamo a guardare solo a quello che succede sul campo. Se invece diamo un’occhiata alla franchigia nel suo complesso, capiremo che fa soldi come poche altre e che quindi, tutto sommato, per loro può anche andar bene così.

 

WESTERN CONFERENCE

NORTHWEST DIVISION

1)    OKLAHOMA CITY THUNDER – Durant mancherà per il primo scorcio di stagione  dunque tutte le attenzioni sono per Russell Westbrook. Tirerà 35 volte a partita? Non credo, ma la sua capacità di coinvolgere gli altri senza KD verrà valutata molto attentamente. Sono un tifoso di Russ, credo in lui e penso che i Thunder possano arrivare fino in fondo. L’ho già detto negli ultimi due anni sbagliando. Mi ripeto ancora.

2)    PORTLAND TRAIL BLAZERS – Lillard e Aldridge sono macchine da punti, Batum il complemento perfetto e Robin Lopez si prende gli spicchi di campo che lasciano gli altri, senza contare uno come Wes Matthews. Probabile che finiscano con un super record e che facciano lo scherzetto a una ‘grande’ nei playoff, ma senza arrivare in finale Nba.

3)    DENVER NUGGETS – Rivogliamo Gallinari in campo. A incidere. Con lui, questi Nuggets possono ritrovare una buona chimica di squadra e basarsi sotto sulla voglia animalesca di Kenneth Faried. Dietro a frullare ci sono Lawson e Afflalo, non è certamente quella con più talento a ovest ma può funzionare meglio di tante altre.

4)    UTAH JAZZ – Il nucleo è quello del 2013-2014. Un anno fa era giovanissimo, quest’anno pure. Interessanti e belli da vedere, ma vincere partita è un’altra cosa. Il vero problema è che Favors e Hayward cominciano a prendere dei bei soldini e quando il rinnovo toccherà a Burke e Burks i problemi aumenteranno. Soprattutto perché nessuna di queste sarà mai una super stella del massimo livello.

5)    MINNESOTA TIMBERWOLVES – Non c’è Love, ma Wiggins è uno vero. Rookie spettacolare, lotterà con Parker per primeggiare nella categoria ed esploderà. Il problema è sapere quando. Minnie non ha fretta, può anche passare un’altra annata a perdere col sorriso sulle labbra.

PACIFIC DIVISION

1)    LOS ANGELES CLIPPERS – Il senso dei Clips è che ognuno sa cosa deve fare, mica poco. Chris Paul comanda e da lui si abbeverano tutti. DeAndre salta e stoppa, Blake Griffin salta e mette punti con continuità sorprendente, Redick ha il suo tiro e produce sugli spazi del numero 3, Barnes è in giro a dare mazzate. Non arrivare alla finale di conference rappresenterebbe una grande delusione.

2)    GOLDEN STATE WARRIORS – Curry, il fratello Klay Thompson (che molti avranno visto col vestito buono ai Mondiali), Iguodala, Lee e Bogut. Sempre loro. Bastano per la finale Nba? Magara, come direbbe Carletto Mazzone. Quando cominciano la sparatoria questi non si possono letteralmente fermare. I playoff, però, come spesso si dice, sono altra roba. Rimangono in ogni caso tra i candidati ad arrivare fino in fondo. Questi poi dalla panchina avrebbero Livingston ed Harrison Barnes. C’è di peggio.

3)    PHOENIX SUNS – Miracolosi un anno fa, cercano i playoff e li meriterebbero anche. A prescindere. Dragic e Bledsoe son due bestie da punti, il gruppo è solido e questo conta un’enormità. C’è sempre la sensazione, in questi casi, che il giocattolo si possa rompere da un momento all’altro. Io non credo.

4)    LOS ANGELES LAKERS – Devo proprio? E vabbè… Siccome devo, vado. Super mercato estivo dei Lakers, che rinforzano la regia con Lin al quale va affiancato il giovane Nash. Sotto c’è uno che di cattiveria e voglia se ne intende come Boozer, novità per i gialloviola. Basta di dire cazzate? Ok. Nash si è ritirato, era ‘anziano’ e si sapeva. Lin è un’aggiunta che non sposta, Boozer è un mercenario senza arte né parte. Rimane Kobe. Dio lo abbia in gloria. Non riesci a prendere Melo o Love? Allora DEVI ricostruire. La via di mezzo di quest’anno non ha nessun senso.

5)    SACRAMENTO KINGS – Con Cousins ci si diverte sempre. Se dovesse mai mettere la testa a posto (non succederà), questo diventerà in fretta il centro più dominante della Nba. Dietro ci sono Collison, McLemore e Gay. Tradotto: ci si diverte e ai playoff non ci si arriva.

SOUTHWEST DIVISION

1)    SAN ANTONIO SPURS – Ho perso le parole, basta. Le lodi, tutte meritate, mi hanno stancato. Sono splendidi, meravigliosi, con un’organizzazione perfetta in campo e fuori. IN più quest’anno ci tocca pure tifare per Ettore Messina. Anche in questo caso mi ripeto: non vinceranno. Il problema è che l’ho detto pure l’anno scorso.

2)    DALLAS MAVERICKS – Nowitzki non è obbligato a farne 25, Ellis sì e in più adesso c’è Parsons, acquisto strapagato ma allo stesso tempo sottovalutato dai più. Sotto c’è Tyson Chandler. Questi sono la mia sorpresa dell’anno.

3)    HOUSTON ROCKETS – Hanno già finito i fuochi d’artificio. Howard ormai lo conosciamo e l’equivoco è Harden. In campo ha chiaramente un IQ che il vecchio compagno di merende Westbrook se lo sogna, fuori il contrario. Se l’obiezione su Love a Cleveland è che ‘non difende’, cosa dovremmo dire di lui? Deve essere leader e non lo è. Sorpresa negativa dell’anno, fuori al primo turno di playoff.

4)    MEMPHIS GRIZZLIES – Aridi come il Sahara, ma funzionano sempre alla grande e sotto la coppia Gasol-Randolph è da leccarsi i baffi per tecnica e sapienza cestistica. Pochi punti nelle mani, se riescono a riuscire a dare continuità ancora una volta a questa strutturazione di squadra, allora avranno compiuto l’ennesimo miracolo.

5)    NEW ORLEANS PELICANS – Ciglione è sempre più in rampa di lancio, ma è Tyreke Evans che deve ancora riprendere le premesse di inizio carriera. Interessanti con l’aggiunta di Asik, ma secondo me mancheranno i playoff anche questa volta.

 

 

 

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