Gara1 è di San Antonio, Miami battuta 110-95
Non si può dire che abbia fatto schifo, che sia cominciata sottotono, che i ragazzi là non ci abbiano dato… E’ iniziata bene, con intensità, spettacolo e pochi che hanno “bucato” l’evento. Vince San Antonio con un quarto periodo pazzesco e con un James che nelle fasi finali sta in panca perché infortunato. Finisce con un +15 fasullo (110-95) e con il mistero dell’aria condizionata che sparisce poco prima del match. Non da Nba…
Miami scatta bene (2-7), ma San Antonio trova subito un gran ritmo e il suo attacco è ancora una volta splendido da vedere. Manu entra e comincia con 3/3 da tre, giusto per marcare il territorio e far vedere che sarà pure vecchio, pelato e col nasone, ma quanto a mano e sensibilità in campo non c’è nessuno come lui (esatto, nessuno).
Sulla scia di quello da Bahia Blanca gli Spurs salgono 18-13 e poi 26-20, con Manu che in questo momento della gara ha segnato o fornito assist per gli ultimi 16 punti dei suoi. Un livello imbarazzante, commovente…
Nel secondo quarto si viaggia ancora brillanti, divertenti, con uno spettacolo per gli occhi che raramente si può vedere e con discreta precisione dalla lunga distanza (all’intervallo Spurs 7/14, Heat 5/13). Belinelli entra e le mani non tremano: subito 8 punti con 2/2 da tre e tanta lucidità.
A metà San Antonio è 54-49, poi ne mette subito altri 4 e va avanti di 9, facendo balenare l’idea che, sì, ci potrebbe pure stare una mini fuga… Sbagliato, perché Miami è solida e l’esperienza di finali ormai permette loro di “sopravvivere” a questi momenti, reagire nel miglior modo possibile. Una tripla senza senso di James ed è già sorpasso qualche minuto dopo (60-62). L’azione della serata arriva qualche minuto dopo, quasi in chiusura di terzo quarto: Ray Allen va in contropiede, spazza via Belinelli e inchioda una schiacciata da lasciare tutti a bocca aperta per qualche minuto…. Impensabile…
La gara ce l’ha in mano decisamente Miami, che entra nel quarto periodo sul +4 (74-78) e tiene botta anche a uno Splitter che mette 9 punti in fila (già, succede anche questo…). Come cambia la partita? Con due semplicissimi fattori: le triple di Danny Green che cominciano a piovere dal cielo (90-88) e Lebron che sta in panchina.
Un riposo non proprio abituale, dovuto a evidenti problemi fisici e probabilmente anche a una situazione ambientale fuori dall’ordinario, con aria condizionata che non funziona e caldo tropicale. LBJ torna, fa in tempo a segnare subito due punti in entrata ma riesce subito (crampi?) e non rientrerà più. Gli Spurs prendono coraggio da questo e da una Miami che si mostra orfana. San Antonio continua a martellare con un Green totalmente diverso da quello spaesato dei primi tre quarti, con un Leonard rinfrancato e con un Parker che trova finalmente il modo di far male. Non c’è più storia ed è proprio Parker a mettere la bomba della sicurezza a 1’14” dalla fine (105-95). San Antonio nel quarto periodo mette 36 punti con 14/16 dal campo e 6/6 da tre. Finisce addirittura sul +15, Spurs sull’1-0…
SAN ANTONIO SPURS – MIAMI HEAT 110-95
SAN ANTONIO: Parker 19 (6/13, 2/2), Green 13 (1/2, 3/7), Leonard 9 (1/2, 2/3), Duncan 21 (9/10), Splitter 14 (5/6), Ginobili 16 (2/4, 3/6), Belinelli 9 (2/3 da tre), Diaw 2 (1/4, 0/1), Mills 7 (2/2, 1/3), Ayres dnpcd, Baynes dnpcd, Bonner dnpcd, Jospeh dnpcd.
MIAMI: Chalmers 3 (0/2, 1/1), Wade 19 (7/15, 1/3), James 25 (7/14, 2/3), Lewis 10 (2/4, 2/6), Bosh 18 (4/7, 3/4), Allen 16 (3/4, 3/8), Andersen 2 (1/2), Cole 2 (1/1, 0/3), Battier (0/1 da tre), Douglas dnpcd, Haslem dnpcd, Jones dnpcd, Oden dnpcd.
PARZIALI: 26-20, 54-49, 74-78, 110-95.
Tiri liberi: SAS 17/22, MIA 9/11
Tiri da tre: SAS 13/25, MIA 12/29
Rimbalzi: SAS 39 (Duncan e Diaw 10), MIA 29 (Bosh 9)
Assist: SAS 30 (Ginobili 11), MIA 16 (Cole 5)
