/ NBA / Nba Finals, si comincia – Spurs vs Heat, analisi in 15 punti

Nba Finals, si comincia – Spurs vs Heat, analisi in 15 punti

????????????????????????????????
loza on 5 giugno 2014 - 12:38 in NBA, Sport USA

L’avete sognata diversa? Magari con Steph Curry con l’anello come Frodo, oppure con Kidd che si rifà degli insulti di inizio stagione e porta i Nets all’ultimo atto della tragedia greca brooklynese? L’avete immaginata con l’mvp che gioca da mvp e vince da mvp? O con Indiana che smette di spararsi in un piede e improvvisamente vince le partite che contano?

Beh, comunque l’abbiate sognata, svegliatevi. Svegliatevi, perché i migliori sono ancora qua. Spurs contro Heat, vale a dire quelli che giocano meglio contro il migliore del pianeta, per dirla in estrema sintesi. C’è però anche molto altro in queste Finals che scattano stanotte alle 3 e allora proviamo ad analizzare in quindici punti cosa potrà succedere…

 

1)      Lebron James e Timmy Duncan. Leader diversissimi ma entrambi con la squadra in mano. Il figlio di… Gloria cerca il three-peat, il nuotatore dai Caraibi ha una mano con quattro anelli e vorrebbe riempirla. Là negli States si sta giocando molto su questo tipo di paragone che qua presento e abbandono subito, perché in campo succederà altro di gustoso.

2)      Popovich vs Spoelstra. Vabbè, se la mettiamo così non cominciamo neanche… E sarebbe anche ingiusto. Spoelstra potrà anche vincere 5 titoli di fila, ma il fatto di avere James in squadra per il momento non lo sta portando al proscenio come genio sulla panchina. Il che in linea di massima è vero. Pop invece ha costruito negli anni la macchina perfetta, oliata in tutti i meccanismi, con chiunque giri attorno ai pilastri storici che rende alla grandissima.

3)      Si corre o non si corre? Se si fa a gara di alley-oop sapete già che Wade e James possono saltare in testa a tutti. Per volare però gli Heat hanno bisogno che la loro difesa si faccia aggressiva su un lato e che San Antonio non riesca a muovere la palla come al solito. A San Antonio questo sarà molto difficile, a Miami un po’ più facile. Attenzione anche a sottovalutare la transizione degli Spurs, perché è giocata con criterio e intelligenza (ma va?) e potrebbe essere la vera chiave tecnica delle prime partite.

4)      Chi marca Duncan? Bosh? Haslem? Andersen? Se TD arriva fresco nei finali mettetevi l’anima in pace, potrà dominare su ogni singolo possesso. Il che non vuol dire andare uno contro uno e segnare ogniqualvolta riceve palla, ma dare la sensazione di pericolosità di cui la squadra ha bisogno per aprire spazi a qualcun altro.

5)      Le percentuali di Danny Green. Quando mette almeno tre triple San Antonio vince il 95% delle partite e questo mi pare che dica abbastanza. Era chiaro fin da subito che tra lui e Leonard, nel finale della scorsa annata, sarebbe stato Kawhi quello con più “prospettiva”. Green ha giocato una regular season insufficiente e il fatto ha anche permesso a Belinelli di emergere, ora però è tornato su livelli eccellenti e rappresenta un’arma fondamentale nell’attacco texano.

6)      Chi marca Lebron? Vabbè, nessuno può, mi sembra chiaro. Ci proverà Leonard e se dovesse tenerlo anche solo “abbastanza” allora Pop festeggerebbe. Verificheremo se il tema tattico sui pick & roll sarà sempre passare dietro come contro i Thunder con Duncan che aspetta in area. Presumo di sì, gli Heat tendono ad avere spesso in campo almeno un giocatore “battezzabile” e l’area sarà pienissima.

7)      Chris Bosh giocatore chiave. Per lui grande regular season, pessimo inizio di finale con i Pacers ma prosecuzione su eccellenti livelli. Servono difesa e attacco, serve tutto da parte sua. Importante quel tirino dai 6 metri per portar fuori Duncan, Splitter o chicchessia: se gli entra, poi è anche più carico in difesa a centro area. E può cambiare la vita dei suoi…

8)      Il Beli? Incrociamo le dita perché questo è un livello per gente che ha huevos grandes. Forza Marco, punto e basta. Con spazio puoi far male, il problema vero è chi prendi in difesa contro una Miami abbastanza “grossina” in quei ruoli.

9)      Come sta Tony Parker. Eccolo qua un altro bel punto interrogativo. L’ex Longoria giocherà, figuriamoci. Lo scatto e la differenza la faranno la sua brillantezza. Se arriva spesso e con costanza a centro area la serie prenderà una piega diversa. Mario Chalmers ha carattere, ma non gli può neanche vedere la targa.

10)   Manu Ginobili. La sua scienza serve, i suoi punti anche, la sua leadership pure, soprattutto se Parker dovesse soffrire. La domanda è: “Quante partite al 100% riuscirà a fare?”

11)   D-Wade. Secondo me una sicurezza. Ho la sensazione che la sua sarà una serie di livello eccellente. Pronto a esser ricoperto di pomodori, per carità… Ricordo anche che sta andando per il quarto anello…

12)   Il “fattore campo”. Lo ridico anche se, dopo una finale a ovest bizzarra, non lo dovrei ripetere. Giocare a San Antonio o Miami conterà sul ritmo della partita e sull’abitudine delle due squadre a proporre in campo alcuni meccanismi collaudati, ma non credo che vedremo scoppole o dominio da una parte o dall’altra.

13)   Finale gradevole? Io rispondo “sì” a prescindere. Guardatela, convincente un amico a guardarla, chiamate a casa amici e amiche per gustarvi lo spettacolo. Enjoy… And if you don’t like this, you don’t like Nba basketball…

14)   Portate pazienza se domani leggerete da qualche parte “Belinelli male, in tribuna Beyoncé e Obama. Ah, la partita l’hanno vinta quelli del Sant’Antonio o del Miami”. Portate pazienza, l’importante è guardare queste partite…

15)   “Turnovers”…

0 LASCIA UN COMMENTO

Inviaci un messaggio

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Codice di verifica:

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>