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Crabs, il bilancio della stagione

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loza on 10 maggio 2014 - 11:43 in Basket, DNB, Sport ITA

Stagione fallimentare. Giudizio troppo duro? No, è nei fatti e nei risultati che va giudicata l’annata Crabs. Troppo brutti per essere veri, i granchi sono a uno dei punti più bassi della loro storia, forse il più basso in assoluto. Passi la quarta serie, passi l’ormai dimenticato mondo di americani e sfide a squadre blasonate, ma ritrovarsi al termine del 2013/2014 quartultimi davanti a Lugo, Varese e Spilimbergo è realmente troppo poco.

11 vittorie e 19 sconfitte in 30 partite, ma soprattutto una sensazione di impotenza che ha preso corpo in una striscia di sconfitte (dal 17 novembre al 19 gennaio) che a tratti ha avuto del vergognoso. Nove ko consecutivi, alcuni imbarazzanti e altri meno, ma tutti che hanno dato ben presto la sensazione di una stagione “inutile”. Salvezza comunque ampiamente raggiungibile e playoff lontani. Molto presto. Troppo presto.

E dire che il pubblico non ha disertato, anzi. Ha aspettato pazientemente e ha fischiato relativamente poco, soprattutto nel periodo nero. Ha soprattutto compreso che una squadra cambiata due o tre volte, con evidenti limiti strutturali, non poteva battagliare con le Orzinuovi, Legnano, Montichiari e Treviso di questo girone.

E allora dove sta il problema? Qua siamo al “non è colpa di nessuno”. Sicuramente non è colpa dei tifosi che vengono al palazzo, numerosissimi rispetto al livello delle partite e in generale della Divisione Nazionale B. Però se i Crabs si ritrovano giustamente nei piani bassi della Dnb un motivo c’è. Anzi, più di un motivo.

Luciano Capicchioni. Siamo in attesa di conoscere il suo punto finale, sapere dalle sue parole se è soddisfatto di una stagione di basso livello. Come l’ha presa. In arrivo una conferenza stampa di grande curiosità nella quale “Lucky” passerà al contrattacco. Resta da capire se la “colpa” sarà ancora della città che non risponde a livello di sponsorizzazioni o si può fare anche altro per aumentare il livello tecnico. Perché altrimenti siamo punto e a capo.

Paolo Rossi. Ha avuto in mano tre squadra diverse e l’avvio è stato di buon livello. Poi il crollo, ma l’inizio della striscia delle sconfitte è arrivata con formazioni più che discrete. Il vero problema, alla fine della sua avventura, è stato un evidente scollamento con la squadra. Cambio inevitabile, ma è difficile accreditare a Rossi tutte le colpe per il magro bilancio di quest’anno.

Andrea Maghelli. Ha invertito il trend, la squadra l’ha accolto bene e ha ottenuto buoni risultati. I playoff? Francamente un’utopia dall’inizio alla fine.

La squadra. Colpe, tante colpe nel bilancio finale. Al di là della parentesi di tre partite di Bortolin (15.3), Hassan è il miglior marcatore a 14.6 punti (col 34% da tre). Discreto Bosio sotto i tabelloni, anche nelle parentesi da numero cinque. Rapsodico l’andamento di Silvestrini, che in alcuni momenti è parso fondamentale, in altri dannoso e ultimamente semplicemente utile. La vera spinta nell’ultimo periodo l’ha data Moreno, con le sue accelerazioni e con una ritrovata freschezza atletica.

I giovani. Spazio e rendimento inesistente per Brighi (2.9 punti) e Marengo (2.7), che ormai hanno 20 anni, ma anche per Aglio, un classe ’95, utilizzato molto a sprazzi. Il vero punto interrogativo è questo. Sono loro a non aver meritato più spazio? È stata una semplice scelta tecnica? È qui che sta l’equivoco di fondo, perché un progetto giovani senza giovani non può neanche partire.

Loza

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