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I 44 anni di Sasha Danilovic

sasha97
loza on 26 febbraio 2014 - 9:56 in Oggi faccio gli Auguri a...

Adesso vi piazzo l’aneddoto. Neanche troppo curioso, ma rende l’idea. Ho visto Danilovic giocare diverse volte, naturalmente tante di meno di chi a Bologna ha vissuto più tempo di me. L’ho visto giocare e ne ho ammirato il talento, la leadership, la cattiveria agonistica e tutte quelle doti che l’hanno reso un Vincente con la V maiuscola. L’ho visto tornare dai Miami Heat con un caricamento per il tiro che finiva ben dietro la spalla e l’ho visto sparare (in tv) quella bombetta che ha fatto sanguinare i cuori fortitudini. L’aura di magia, di santità cestistica, l’ho vissuta però meno di tre anni fa, il 30 marzo del 2011. Era il 40° compleanno di Carlton Myers, che contestualmente annunciava il ritiro nel contesto del teatro di San Patrignano. Accanto a Carlton una schiera di campioni da brividi. Da rimanere naturalmente a bocca aperta. Ecco, tra tutti quei mammasantissima ce n’era uno in particolare che ti faceva scattare i brividi lungo la schiena solo perché era seduto una sedia davanti a te. E non sono affatto virtussino. Era naturalmente Danilovic, troppo “mito” per non entusiasmare, troppo “leggenda” per non emozionare.

 

Oggi Predrag “Sasha” Danilovic compie 44 anni e la canotta bianconera l’ha lasciata da un pezzo. Con essa l’epopea di basket city, ora ridimensionata un bel po’. Una volta Bologna era la capitale del basket, ora sta in periferia. In città però ci si poteva divertire, si parlava di basket nei bar anche a metà settimana con una frequenza maggiore di adesso (a quanto mi dicono di quel che succede negli ultimi anni). Danilovic è poco raccontabile con il numero delle vittorie, ma è comunque doveroso farlo. Pronti? È lunga…

Quattro campionati italiani e una Coppa Italia con la Virtus Bologna, una Lega e due Coppe di Yugoslavia col Partizan, due Coppe dei Campioni (una col Partizan e una con la Virtus), una Coppa Korac col Partizan, un argento alle Olimpiadi di Atlanta, quattro ori agli Europei.

 

Alcune pillole

Il primo tris – Sono le annate ’92-’93, ’93-’94 e ’94-95. Suona sinistramente per gli avversari un tris che dall’altra parte dell’oceano è stato capace di fare uno discretamente famoso. Un tris che arriva a far schizzare in alto la sua carriera. Al primo anno ci sono Brunamonti (di cui ha grande stima) e Coldebella, Binelli e Wennington, Morandotti e Carera. Non male, come quel tipo in panchina che poi andrà in nazionale, Ettore Messina. Lui segna tanto, tantissimo, e si mostra al mondo. Nei quarti di finale è la Kleenex Pistoia ad andare ko, poi la Clear Cantù e infine la Benetton Treviso. Knorr superstar.

L’anno dopo si vedono Cliff Levingston e Russ Schoene, in panchina c’è Bucci con Messina in nazionale. In finale scudetto c’è la Scavolini Pesaro e la serie finisce dopo cinque epiche partite. In gara5 Myers ne mette 23, Sasha 33 (con 20 liberi tirati…). Vince Sasha.

Infine il ’94-’95. L’avversario più duro è la Stefanel Milano in semifinale (vittoria 3-2 della Buckler, in gara5 24 di Danilovic e 23 di Bodiroga), mentre all’ultimo atto ad arrendersi è Treviso ad andare ko (3-0). Contro la Benetton di Naumoski, Rusconi e Woolridge. Un 3-0 secco, ineluttabile, con Danilovic che se ne spara 40 nell’ultima gara.

La Nba – Va a Miami che l’aveva scelto al secondo giro del draft. Non sono i tempi di adesso, il rispetto bisognava guadagnarselo e Danilovic anche qui esegue la missione. Una stagione e mezzo con gli Heat (12.8 punti) e poi a Dallas (oltre i 16). Infine il ritorno in canotta bianconera.

Il tiro da 4 punti – Il contesto: è gara5 della finale scudetto 1998 contro la Fortitudo. Lui, a 16 secondi dalla fine, piazza il triplone con annesso fallo di Dominique Wilkins (libero a segno). Al supplementare la Virtus sbanca il campo della Fortitudo e vince uno degli scudetti con più contorni epici degli ultimi 30 anni. Quella bomba fa dimenticare tutto, dall’8/8 da tre di David Rivers in gara2 al fatto che tutte le colpe, forse, non erano solo di Wilkins. In fondo il suo fallo è stato, per la verità, oltre che ingenuo anche molto leggero. Prima era arrivato il libero sbagliato da Fucka. Dopo ecco la palla persa sanguinosa di Rivers… Opinioni tutte valide anche oggi, nel 2014. L’unica cosa certa è che quel tiro è Leggenda. http://www.youtube.com/watch?v=nrXGQqbmhXY

Le sfide con la “F” – Vabbè, troppa letteratura… Vi lascio solo le immagini della rissa di Eurolega. Così… perché in fondo siamo un po’ (molto) belligeranti… http://www.youtube.com/watch?v=8hDRAhQgD90

 

“Io non sono onnipotente e non ho vergogna a dire che senza i miei compagni non potrei giocare come gioco. Io ho bisogno di loro. E per chiunque è così. Umiltà: un’altra lezione. Così come è umiltà giocare sul dolore e sapere che, statistiche alla mano, arriveranno le critiche: ho sentito dire, che avrei giocato male, per esempio, in gara5 di finale scudetto, fino al famoso gioco da 4 punti a un minuto dalla fine. Ma cosa vuol dire giocare male? Io sono un campione perché posso rendermi utile alla squadra anche se non sono in grado di segnare e quello ho fatto in quella partita: quasi non potevo correre, credetemi. Ci sono partite in cui giochi bene senza segnare tanto: io l’avevo detto prima, scordatevi il Danilovic da 30 punti a partita, non ho più fame di statistiche, altri numeri parlano per me, quelli delle vittorie”

Predrag “Sasha” Danilovic

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