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Tutta la carica di Francesco Buglio: “Chi non ha fame non può vincere le partite”

de meis buglio
loza on 25 febbraio 2014 - 12:45 in Altri, Altri Sport, Calcio, Seconda divisione

E’ il primo giorno di Buglio in biancorosso, ma la società vuole prima fare chiarezza. Nei modi e nella sostanza. Ecco perché la prima parte della conferenza stampa è dedicata al passato, alla presa di coscienza di quello che è successo e a un “mea culpa” collettivo che è tutto nelle parole del presidente De Meis.

“Per noi non è una buona giornata, vorrei chiarirlo subito – dice il presidente del Rimini De Meis -. Siamo dispiaciuti per la posizione classifica che ha la nostra squadra e anche per aver esonerato Marco Osio. È stata una decisione sofferta. Con Marco c’è un rapporto di stima e credo anche d’amicizia, ma purtroppo tutti conosciamo quali sono le regole del calcio”

Presa di coscienza…

“Siamo tutti responsabili – dice De Meis -, a partire dalla società. La nostra è una presa di coscienza di un problema di tutti quanti. Questa è una scelta che abbiamo preso per cercare di dare la scossa a una formazione che nelle ultime settimane non riesce a esprimersi come prima, al di là delle valutazioni soggettive che si possono fare sulle formazioni e su chi va in campo. La colpa, ribadisco, è di tutti: giocatori, staff tecnico, allenatori e società. Il nuovo mister? Ha tutte le prerogative per guidare la nostra squadra”

Poi parola a Francesco Buglio, subito molto determinato…

“Torno qui in Romagna con grande piacere – ha detto il neo allenatore del Rimini -. In due anni qui sono stato benissimo, tanto che adesso spero di rimanerci due-tre-quattro anni. Non è strano: un allenatore spera sempre di lavorare su un progetto. Io sono un positivo, mi auguro di fare bene assieme alla società, cercando di dare soddisfazione ai tifosi di una piazza importante”

C’è spazio anche per il ricordo di un passato lontano ormai più di dieci anni…

“Ricordo gli anni di Acori, quello in C con la Fiorentina. Il Rimini aveva una squadra esaltante, noi eravamo più giovani (Buglio era all’Aglianese, ndr). Questa è una piazza speciale, non vedo l’ora di andare a lavorare. Stare sette mesi senza allenare è molto frustrante. Sono esigente, mi piace che i giocatori rispettino i ruoli e capiscano che bisogna lavorare. Io non conosco altri metodi. Se i giocatori non hanno voglia di lavorare con me non vanno d’accordo”

C’è anche spazio per l’orgoglio di dire ‘Io non sono qui per caso’

“Io sono qui a Rimini per la mia carriera che mi sono guadagnato sul campo. Non ho sponsor, non ho raccomandazioni. Se sono qui è perché il direttore e il presidente hanno avuto le loro informazioni, hanno visto i risultati e mi hanno premiato per l’impegno e la professionalità con le quali lavoro”

Il metodo è chiarissimo

“I miei metodi sono quelli della cultura del lavoro. Io dico sempre che ‘chi non ha fame non può vincere le partite’. Se ne possono vincere due o tre per fortuna, ma se non si hanno fame e cattiveria non si va lontano, non si va da nessuna parte”

Buglio ha visto il Rimini domenica scorsa

“Ha vinto la squadra tecnicamente più scarsa, ma quella che aveva più cattiveria, più fame. Voglio portare un esempio: ho visto un elemento che ammiro tantissimo che gioca in serie A. Uno che non ha bisogno di fare tutto quello che fa, ma lascia tutti meravigliati. Si tratta di Tevez: lui rincorre tutti, fa gol, difende e non si lamenta mai. E allora i nostri cosa devono fare?”

Domenica non è stato così

“Domenica non ho visto niente di quello che una squadra che deve mettere in campo. Bisogna lavorare sulla testa, sull’autostima e sulla convinzione che devono avere i giocatori. Quando si perdono tutti i contrasti vuol dire che dall’altra parte c’è un pugile che ha più fame. Voglio gente che corre, dobbiamo essere concreti e non possiamo certo stare qui a fare poesia”

C’è spazio anche per un saluto a Osio

“Voglio fargli un in bocca al lupo. So che questi momenti non sono facili, ma sono sicuro che presto riprenderà il campo. I risultati per noi sono micidiali”

Niente paura

“I giocatori devono essere veloci, attenti, concentrati e capire che non c’è tempo da perdere. Io non ho paura, sono un coraggioso, guardo le persone in faccia. Non sono un ruffiano, non ho sponsor e se non ho fatto carriera ad alti livelli forse è per questo. Ma affronto le cose a posto con la mia coscienza”

E per adesso non parliamo di moduli…

“Niente moduli, niente numeri. Ci saranno dei cambiamenti, ma per il momento voglio solo vedere una squadra affamata. Poi è chiaro che dovrà avere un sistema e degli equilibri, questo è fuor di dubbio. Fisicamente il Rimini domenica non arrivava mai primo sulla seconda palla. Questo si può risolvere, ma è chiaro che non possiamo fare una preparazione specifica in questo momento della stagione. Lavoreremo più sull’intensità, sull’aggressività e sulla seconda palla in maniera che la squadra resti più corta, facendo girare la palla più velocemente quando invece siamo in fase di possesso”

Insieme a Buglio il preparatore che il tecnico aveva a Casale. La durata dell’accordo invece la rivela lui stesso…

“Al contratto per l’anno prossimo ho detto di no. “Lei mi paga per queste partite, il contratto per l’anno prossimo me lo devo guadagnare”, ho detto al presidente. Se non me le guadagno vado a casa. Non sono venuto qui per andare al mare, ma per lavorare” 

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