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Il ricordo del Trattore, Robert Traylor (1/2/1977 – 11/5/2011)

robert traylor
loza on 1 febbraio 2014 - 0:58 in Oggi faccio gli Auguri a...

Robert Deshaun Traylor, detto il trattore. Tanta ironia e poi tanta tristezza. Già, perché oggi la rubrica “Oggi faccio gli auguri a…” si tinge di grigio, guarda a cosa è stato e cosa non è più. Robert Traylor è nato il 1° febbraio del 1977, 37 anni fa, ed è morto nel 2011, l’11 maggio. La sua è una storia di un personaggio, uno dei tanti character che popolano l’universo Nba. Un lungo che alla panza da fast food univa delle mani pazzesche, di una dolcezza unica. L’unione delle due cose lo rendeva straordinariamente coinvolgente, non un crack ma uno su cui poter contare. Per non parlare della rapidità di piedi… Capite bene che per uno scherzo della natura del genere si possa impazzire. Per un freak come il trattore si possono fare follie…

È a Michigan in periodo di college… Ufficialmente 6’8” (sarebbe 2.03: “non sono d’accordo”, come direbbe Dan Peterson…) per 300 libbre (136 kg, qui si va in eccesso), ai Wolverines aveva come compagni di front-line Maurice Taylor (anche a Milano, Treviso e Brindisi) e Maceo Baston (Maccabi, remember?). Poi il draft del 1998, quando viene scelto alla numero 6 da Dallas e spedito subito a Milwaukee per Dirk Nowitzki, scelto alla 9. Calmi tutti: il draft è la parte più oscura e meno matematica che ci sia nel mondo dello scouting del basket americano. Non gettate la croce addosso ai poveri Bucks per aver commesso l’errore del secolo. Adesso parlare è facile, nel 1998 tutti conoscevano il trattore, pochi il biondo tedesco.

Nella Nba Traylor non ha mai realmente sfondato tra Milwaukee, Cleveland e Hornets, così a partire dal 2006 ha cominciato a girare per il mondo tra Spagna, Porto Rico, Turchia e anche Italia (ma prima, nel 2008, in uno scontro di gioco spacca la schiena a Gallinari). Nella sua esperienza a Napoli solo 7 partite, poi via… Porto Rico, Messico, poi ancora Porto Rico: nel 2011 è ai Vaqueros de Bayamòn…

E proprio nel 2011 muore. È l’11 maggio quando le cronache riportano la più triste delle frasi che si possano costruire: “found dead”, cioè trovato morto. Così, all’inizio senza spiegazioni. Senza magari che la policia sapesse chi fosse quel gigante con la pancia. Senza conoscere le mani da prestigiatore e i piedi da ballerina. Per mani e piedi un artista, punto e basta. “Found dead”, mentre stava parlando al telefono con sua moglie… Lei di punto in bianco non lo sente più, la linea poi cade. Si allarma, avverte la polizia… Ma è troppo tardi. “Found dead”, un attacco di cuore ha portato via il trattore.

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